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Il lato buio dei social

Privacy, adescamento online e truffe: polizia a scuola contro i cyberbulli
Quindici su 100 si connettono ai social anche da scuola, indipendentemente dalla presenza del prof in classe. Un ulteriore 15% invece si dimostra più prudente aspettando di trovare il prof più distratto. Il 25% aspetta la ricreazione o altri momenti senza prof in aula per guardare lo schermo. Fondamentale poi il ruolo dei social per le relazioni con compagni e amici: quasi l’85% appartiene a un gruppo classe su WhatsApp, versione aggiornata dei «gruppi di studio», che lascia più spazio anche a catene, trovate goliardiche, conversazioni informali. E senza telefonino, a molti viene l’ansia: succede a uno su sei, se non riesce ad accedere a Internet. Sui social network, metà degli studenti passano più di un’ora al giorno; 1 su 4 confessa di essere sempre connesso, rispondendo prontamente a ogni notifica proveniente da smartphone, tablet o pc. Il lato buio dei social E poi c’è il lato in ombra dei social, i pericoli della rete, le insidie, i cattivi incontri. Aspetti che preoccupano 2 ragazzi su 3, con cui la metà ha avuto a che fare. E il 60% ritiene il cyberbullismo un fenomeno in aumento.

Per questo, dice l’indagine della community di studenti, 4 su 5 accoglierebbero con favore incontri con esperti. La campagna itinerante La risposta della Polizia di Stato è l’iniziativa «Una Vita da Social», realizzata in collaborazione con il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, lanciata lo scorso anno e ripartita martedì mattina dalla piazza del Quirinale a Roma.

Con il contributo delle maggiori società del web - da Facebook a Telecom Italia, da Fastweb a Google, Youtube, Vodafone - è stato allestito un «truck» di oltre 18 metri allestito con un’aula didattica multimediale, che si fermerà nelle piazze di 60 città, dove incontrerà studenti, insegnati e genitori per offrire consigli su una navigazione sicura. Contro il cyberbullismo La prima edizione, ricorda il Viminale, ha «raccolto un grande consenso: gli operatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni hanno incontrato circa 100mila studenti nelle piazze e 400mila nelle scuole, 15mila genitori, ottomila insegnanti per un totale di 1.800 istituti scolastici, 9.000 km percorsi e 42 città raggiunte sul territorio e una pagina facebook con oltre 400mila visualizzazioni settimanali sui temi della sicurezza online».

La campagna ha l’obiettivo di «fare in modo che i gravissimi episodi di cronaca culminati con il suicidio di alcuni adolescenti ed il dilagante fenomeno del cyberbullismo e di tutte le varie forme di prevaricazione connesse ad un uso distorto delle tecnologie, non avvengano più».
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